Analizziamo sempre il mondo dell'abito da sposa dal punto di vista dell'acquirente, ma se per una volta guardassimo con gli occhi del dealer?
Ci siamo chiesti cosa significa oggi lavorare in questo settore, riuscire a portare avanti il proprio business e al tempo stesso fare felici le donne nell'acquisto di quello che spesso è il bene più importante della vita.
Per capire meglio queste e molte altre dinamiche sono andata a visitare l'atelier Ultimo Boutique di Caterina Giarrizzo, che con la propria famiglia lavora nel settore da decenni.
Una visita lunga, interessante e stimolante che ha permesso di approfondire molti aspetti, tecnici e non, di quello che a mio parere è il settore più affascinante di tutti.
Anche da Caterina, come da altri operatori del settore, ho potuto raccogliere impressioni e sentimenti che sembrerebbero contrastanti: una grandissima passione e amore per questo lavoro supportata dalla decennale esperienza ma anche una crescente amarezza per l'evolversi delle dinamiche di mercato e dei gusti in fatto di stile degli ultimi anni.
“La mia è la terza generazione – ha detto Caterina – impegnata nella vendita di abiti da sposa e cerimonia. I nostri anni migliori sono stati indubbiamente il decennio 1980-1990, e ricordo che all'epoca si vendevano 400 abito da sposa all'anno. ”
La boutique è premium dealer Pronovias ed è anche uno dei due unici punti vendita autorizzati Renato Savi Couture nel Nord Italia, un marchio dalla produzione artigiana davvero di alta gamma tra i brand che producono su scala (prezzo medio ad abito circa 5.500 euro).
“La mia amarezza – prosegue Caterina – non riguarda tanto e soltanto la difficile congiuntura degli ultimi anni quanto l'involuzione del gusto degli ultimi anni e la tendenza a privilegiare i marchi che producono su larga scala”.
Caterina ci conferma che la spesa media per un abito da sposa si aggira intorno ai 2.000 euro.
“Pensando a Pronovias, la sposa generalmente – dice Caterina – arriva in negozio con le idee molto chiare e spesso con un modello preciso da richiedere. Se il modello non è disponibile in atelier lo richiediamo e lo mostriamo alla futura sposa con l'augurio che rispetti le sue aspettative e che sia adatto alla sua figura e personalità”.
Che la futura sposa sia alle prime o seconde nozze, che abbia o meno figli, la scelta del colore 9 casi su 10 ricade sul bianco. “Al bianco non rinuncia nessuno e anche questa è una, tra le tante, di quelle regole cadute ormai nel dimenticatoio. Capita però a volte che vengano richiesti abiti con elementi in oro o rosso, oggi molto apprezzati.”
Ma cosa succede una volta che è stato scelto il modello giusto? “Di ogni modello realizziamo un solo abito – spiega Caterina – perché non vogliamo che ci sia più di una sposa sul territorio con lo stesso abito, dal momento che l'abito è l'espressione della propria individualità. Con un assortimento di oltre 200 abiti e la possibilità di avere anche altri modelli desiderati tra quelli dei nostri brand, si può star sicuri di essere una sposa unica”.
Sempre tornando a Pronovias, come premium dealer l'atelier, che insieme agli altri visiona le nuove collezioni generalmente in maggio, riesce ad avere i modelli che seleziona nel mese di settembre, in anticipo sugli altri negozi che li avranno a disposizione solo nel gennaio dell'anno successivo.
“Una volta scelto il modello – prosegue Caterina, il nostro atelier provvede ad ordinare alla casa madre l'abito realizzato ad hoc sulla figura della sposa. Questo significa anche poter abbinare, se lo si desidera e in base alle indicazioni del brand, un abito che unisca una parte di un modello, ad esempio il corpetto, con una parte di un altro, ad esempio la gonna, richiesta che ci viene spesso posta.”
Caterina mi conferma anche una tendenza degli ultimi anni: “Le spose italiane quasi sempre non vogliono un abito da sposa con le maniche, come invece le loro madri vorrebbero, e fino a qualche anno fa era impensabile presentarsi in chiesa a spalle nude.”
“In alcuni casi la sposa riesce a raggiungere un compromesso e acconsente ad indossare un giacchino o bolerino sopra l'abito, che toglierà subito dopo la cerimonia. In questo caso noi chiediamo alla casa madre di realizzare il giacchino con lo stesso tessuto dell'abito o con il tessuto di un elemento che piace particolarmente, che spesso è il pizzo presente nell'abito”.
A questo propostio perfetto è l'abito da sposa Erika della collezione Pronovias Manuel Mota, dal prezzo di circa 7.712 euro (cambio attuale di 6.370 sterline, come indicato dalla rivista inglese Brides, n. Gennaio/Febbraio 2012)
Altra usanza che si è persa negli anni è la distinzione tra abito da sposa per la cerimonia civile e per quella religiosa che, come sappiamo, hanno, anzi, avrebbero, diversi canoni di abbigliamento. “Dimenticata totalmente – sospira Caterina – la scelta del tailleur o dell'abito lungo al ginocchio per la cerimonia civile. Oggi, anche in questo caso, la sposa vuole stupire e non rinuncia all'abito lungo e importante, come se dovesse percorrere la navata della chiesa anche se deve solo fare la scalinata di un Comune o varcare la soglia di una stanza”.
Ma allora chi compra tutte le decide e decine di splendidi abiti da sposa corti che tutti i brand di abiti da sposa ci propongono oggi?
Abito lungo e ricco, si è visto, e senza maniche, ma che abbia due elementi: il tulle e il pizzo.
“Sicuramente l'abito da sposa di Kate Middleton ha fatto la sua parte nel ridestare l'attenzione sul pizzo, elemento che da sempre contraddistingue la sposa. Ma non dimentichiamoci che la sposa italiana non si fa influenzare dalla celebrity, come accade all'estero, e decide in base al gusto personale, tutt'al più influenzato da qualche stretto famigliare”.
Tulle per le gonne, sicuramente, e tulle per il velo, “generalmente lungo 3 metri”.
“Un'altra tendenza che va sempre più consolidandosi – prosegue Caterina – è, una volta indossato l'abito, la richiesta di aggiungere perline, cristalli e altri elementi in grado di dare più luce. Anche in questo caso occorre prestare molta attenzione per non rischiare di esagerare e per rimanere nel buon gusto.”
Stesso discorso possiamo farlo per le piume. “Le piume sono il diktat delle ultime collezioni e credo si tratti di una moda passeggera. Sono elementi comunque non invasivi e che, su richiesta, possono essere facilmente rimossi”
Ma qual'è la situazione che mette maggiormente in difficoltà l'atelier? “In base alla nostra esperienza posso dire che sono due le situazioni più difficili da affrontare. La prima si verifica quando la sposa aspetta un bambino e ce lo fa sapere solo quando è troppo tardi, ossia quando l'abito per lei è già stato confezionato sulle misure prese nel corso della prima prova, avvenuta mesi prima. Non sappiamo perché spesso questa informazione ci venga tenuta nascosta ma il risultato è che a volte si deve confezionare da capo l'abito e non sempre si ha il tempo sufficiente per farlo”.
“Il secondo caso – prosegue Caterina – è quando, per i motivi più disparati, il matrimonio viene annullato all'ultimo minuto. L'abito è pronto ed è acquistato ma la sposa non lo vuole più neanche vedere e diventa il simbolo di un grandissimo dolore e spesso bersaglio di un sentimento di rabbia. I questo caso dobbiamo agire sul versante personale e psicologico, che poi è buona parte del nostro lavoro, unitamente a quello stilistico e sartoriale, e dobbiamo attendere che la sposa e la sua famiglia siano pronti a riconciliarsi con l'abito e ritrovare la giusta serenità”.
Insomma, abbiamo capito che vendere oggi un abito da sposa richiede esperienza e doti che vanno ben oltre la conoscenza dello stile e delle dinamiche del mercato e che rientrano grandemente nella sfera della psiche, dei sentimenti e dell'evoluzione della società.
Una realtà unica, complessa e sfaccettata. Proprio come lo è la donna.
5 commenti su “La sposa in atelier: un momento che segna la vita”
Buongiorno Elisa, avrei proprio bisogno del suo aiuto. Ha proposito dell’abito da sposa corto in pizzo mostrato in questa pagina vorrei sapere se è possibile acquistare il vestito in Italia, e soprattuto sapere chi è lo stilista.
Grazie di cuore! Arrivederci.
Ciao Elisa, mi sapresti indicare lo stilista dell’abito corto in pizzo che hai mostrato in questo post? Grazie! 🙂
ciao, questo delizioso abitino l’ho tratto da questo negozio online http://www.9lover.com/shop/wedding-dress-bridal-gown-8452.html
Grazie, sei stata gentilissima!
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