Le collezioni 2011 e 2012 dei principali designer di abiti da sposa mostrano prepotentemente una comune fonte di ispirazione: gli anni Venti e Trenta.
Frange, piume, linee scivolate, cloche, pailettes:questi gli elementin chiave della sposa di allora e di oggi, come testimoniato da Pronovias, David Fielden e Le spose di Giò.
Dopo anni di collezioni di abiti da sposa sfarzosi, preziosi e spesso opulenti, oggi gli stilisti decidono unanimemente di voler tornare a quegli anni difficilissimi, che seguono la fine della prima guerra mondiale e lasciano un'economia in ginocchio.
Si fa strada una nuova classe sociale arricchita che frequenta ambienti mondani e si lascia andare allo sfrenato ritmo del charleston.
Il periodo compreso tra le due guerre vede ad Hollywood la nascita dello star system con attori come Rodolfo Valentino, Clark Gable, Jean Harlow, Greta Garbo e Marlene Dietrich, che diventano icone della moda.
Gli anni Venti sono anche gli anni dell'emancipazione della donna, che si è dimostrata durante la guerra figure forte con ruoli di responsabilità e ora studia all'Università, fuma, si trucca e frequenta locali notturni alla moda.
Si fa strada un nuovo modello femminile: una ragazza dal piglio mascolino, spesso dai capelli corti, magra, senza fianchi e dal petto piatto.
Una donna dinamica,che lavora e non può più essere schiava dell'abbigliamento costrittivo della Belle Époque, con busti steccati, imbottiture e drappeggi.
E' il modello alla Garçonne, perfetto per incarnare il nuovo tipo di abito: pratico, semplice, di costo contenuto, elegante, con il punto vita che si abbassa sui fianchi e gli orli che si accorciano vistosamente lasciando scoperte le gambe.
Il modello Garçonne è il riferimento della stilista Gabrielle Coco Chanel, che lancia l'abito in jersey corto, tessuto povero che usa anche per il suo caratteristico tailleur.
Prendendo ispirazione dalle figure legate alla vita lavorativa, la stilista libera le donne da corsetti e impalcature per cappelli, donando loro abiti comodi, semplici nelle linee per intraprendere una vita quotidiana dinamica, come testimonia il mitico little black dress.
« Fino a quel momento avevamo vestito donne inutili, oziose, donne a cui le cameriere dovevano infilare le maniche; invece, avevo ormai una clientela di donne attive; una donna attiva ha bisogno di sentirsi a suo agio nel proprio vestito. Bisogna potersi rimboccare le maniche»
Chanel introduce l’abito da sposa corto, al ginocchio, e bianco, ma non disdegna l'abito da sposa arricchito da ricami, frange di perle o piume. Per questo il suo stile viene chiamato da Paul Poiret “misérbailisme de luxe".
L'abito da sposa tipico di questi anni è bianco, corto sul davanti e con un lungo strascico; sulla testa un copricapo a cloche oppure un velo lunghissimo di tulle di seta o di pizzo.
L'abito è più semplice e quindi per confezionarlo è sufficiente poco più di un metro di stoffa, contro gli oltre 10 necessari nel periodo antecedente la prima guerra mondiale.
Gli anni Trenta vedono salire alla ribalta un modello di donna sinuosa, dagli abiti lunghi e fascianti, “a sirena”, molto di moda ai giorni nostri, mentre il tessuto preferito delle sirene di Hollywood è la seta charmeuse.
Per creare questo effetto, gli abiti fanno uso del taglio in sbieco, la cui invenzione si deve ad un'altra stilista rivoluzionaria, ancora oggi punto di riferimento palese di innumerevoli designer: Madaleine Vionnet, la creatrice di una delle più prestigiose maison di alta moda (la Maison Vionnet) francese.
La tecnica del taglio, usatissima ancora oggi, permette di creare abiti dalle linee aderenti, sfruttando il suo potenziale elastico, esaltando le forme femminili.
La Vionnet utilizzava una tecnica impossibile da riprodurre: costruiva infatti gli abiti su un manichino a dimensioni ridotte di metà e poi riproduceva su forme reali ma con costruzioni così elaborate e tessuti dalle altezze su misura, da risultare alla fine non riproducibili.
Altra novità intordota dalla Vionnet sono gli abiti che mettono insieme rombi di stoffa per un effetto decisamente dinamico.
Da questi modelli prendono vita i famosi abiti a sirena delle star di Hollywood degli anni '30 e '40, tra cui Joan Crawford, Jean Harlow,e Marlene Dietrich.
Tra il 1929 e il 1932 una violentissima crisi mondiale colpisce l'economia e non risparmia le case di moda che inizia ad usare fibre sintetiche, come il rayon o il nylon.
L'abito da sposa più diffuso è in satin di seta con taglio in sbieco, che scivola morbido e drappeggiato sulle forme femminili.
La donna ideale è longilinea e femminile, semplice e chic.
Ne è un esempio Wallis Simpson, socialite americana che il 3 Giugno 1937 si unisce in matrimonio al Principe Edoardo, Duca di Windsor che per lei lascia il trono.
Un abito passato alla storia anche per l'originalissimo colore.
Un modello ancora oggi fonte di ispirazione per la sposa.
In chiusura ecco Elma, abito da sposa Pronovias, Collezione Manuel Mota 2012, in vendita al prezzo di 6.250 dollari (vedi Brides USA), che riassume appieno gli stili visti.
9 commenti su “Da Chanel a Pronovias, la lunga eredità degli anni Venti e Trenta nell’abito da sposa”
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