Ballerina, attrice, icona di stile, esempio di bontà, altruismo e generosità. Questo e molto altro è stata, è, oggi, Audrey Hepburn, nata da padre inglese e madre olandese, cresciuta nei Paesi Bassi sotto il regime nazista, soffrendo di malnutrizione per le confische delle riserve di cibo e partecipando, come ballerina, a spettacoli organizzati in segreto per la raccolta fondi anti nazista.
Audrey amava vestire in modo essenziale e chic, uno stile ineccepibile, un'eleganza giocata sul sottrarre più che sull'ostentare e sulla riservatezza, come ricorda il figlio Sean Hepburn Ferrer: "Il suo stile era semplicemente una manifestazione di ciò che era realmente : la persona che tutti noi ammiravamo poiché nel profondo dell'animo sapevamo che ciò che vedevamo non era un'abile finzione, ma un essere umano onesto e del tutto genuino. Era molto ordinata, amava la seta, il lino, le scarpe basse, i dolcevita neri. Odiava le pellicce, si lavava i capelli in casa"
Audrey ebbe quattro grandi amori, due dei quali decise di portare fino al matrimonio.
Il primo è stato il ricco e nobile imprenditore inglese Lord James Hanson, un "amore a prima vista" per l'attrice, che, appena 23enne e impegnata a Roma sul set di “Vacanze Romane” con Gregory Peck, decide di sposare, rivolgendosi per l'abito da sposa all'atelier delle Sorelle Fontana, aperto a Roma nel 1944.
Il matrimonio, considerato l'avvenimento più mondano del periodo, salta all'ultimo perché Lord Hanson chiede a Audrey di rinunciare alla propria carriera di attrice.
L'abito, in satin avorio, rimane senza sposa ed è in quel momento che Audrey compie il primo, noto, gesto di generosità, chiedendo alle sorelle Fontana di regalarlo “alla più bella, povera, ragazza italiana che riuscirete a trovare”.
La fortunata, individuata attraverso concorso radiofonico, è Amabilia Altobello, di Latina, in sposa ad un contadino, che conserva l'abito fino al 2002, quando viene acquistato da Micol Fontana e messo in mostra, fino a finire all'asta nel 2009, battuto per 13,8 mila sterline, metà delle quali sono state devolute alla Audrey Hepburn Children’s Foundation, creata dall'attrice in seno all'UNICEF.
Nel 1954 inizia il sodalizio tra Audrey e Hubert de Givenchy, lo stilista francese che solo due anni prima aveva fondato la sua casa di moda. Un sodalizio, diventato poi una grandissima amicizia, che trova espressione proprio nel 1954 con due grandi eventi.
Nel mese di Marzo, in occasione della 26ª edizione degli Oscar Audrey, candidata e vincitrice quale migliore attrice per il film “Vacanze Romane”, debutta alla premiazione con una creazione Givenchy, un abito bianco con trasparenze in fiori, dal look innocente e sexy al tempo stesso, che lascia delicatamente scoperte le spalle ed è considerato ancora oggi il miglior abito di tutti i tempi indossato agli Oscar.
Nel mese di Settembre, il giorno 24, secondo outfit firmato Givenchy per il matrimonio con il secondo grande amore di Audrey, l'affascinante attore, scrittore e produttore Mel Ferrer, sposato in Svizzera. L’abito, con vita strettissima e maniche ampie, rispetta perfettamente il look dell'epoca, semplice e sofisticato.
Ma il 1954 è anche l'anno di “Sabrina”, il film diretto da Billy Wilder, interpretato da Audrey con Humphrey Bogart e William Holden. La pellicola segna il trionfo dell'opera di Givenchy, che raggiunge la sua massima espressione specialmente nel famoso abito bianco e nero.
Anche questa volta, un abito passato alla storia e replicato in mille versioni come abito da sera e da sposa.
Altro splendido abito da sposa firmato Givenchy è indossato da Audrey nel film musicale Funny Face (Cenerentola a Parigi) del 1957, diretto da Stanley Donen e interpretato da Audrey e Fred Astaire.
Nel film, che si avvale della collaborazione del fotografo Richard Avedon, la protagonista Jo indossa, come modella, un abito da sposa simile ad una ballerina, con ampia gonna in tulle lunga al polpaccio e splendido corpetto con collo a barchetta e piccole spalline.
Una silhouette perfetta per danzare e un modello oggi attualissimo, per le spose che non cercano il classico abito lungo e voglion mostrare le scarpe.
Cambio di designer, ma altrettanto successo, per il film My Fair Lady, del 1964, con costumi disegnati da Cecil Beaton, che riceve l'Oscar ai migliori costumi.
Tra gli abiti indossati nel film, a trionfare è l'abito bianco e nero, ispirato alla moda della Parigi degli anni venti, indossato da Audrey nella celebre scena del film nell'ippodromo di Ascot.
L'abito stile sirena, dalle lunghe maniche, è decorato da nastri a strisce bianche e nere e da due fiocchi delle stesse tonalità sul petto ed alla base della gonna. Il tutto abbinato ad un maxi cappello, guantini e ombrello, dalle stesse tonalità.
L'abito è entrato in seguito a far parte della collezione privata di memorabilia hollywoodiana di Debbie Reynolds, che l'ha tenuto in esposizione presso l'Hollywood Motion Picture Museum e nel Giugno 2011 l'ha venduto all'asta per la cifra record di 4,4 milioni di dollari.
Torniamo a Givenchy per le seconde nozze di Audrey, celebrate nuovamente in Svizzera, il 18 Gennaio 1969, con lo psicanalista romano Andrea Dotti.
Nuovamente un look semplice e chic, per un abito da sposa in lana color rosa chiaro, che segue una linea tipica del designer Andrè Courrèfes, con vita stretta . Un tubino cortissimo accompagnato da una cuffietta chiusa sotto il mento, al posto del velo.
Anche questa unione finisce, nel 1982, e l’ultimo amore di Audrey è stato l’attore Robert Wolders, che l'ha accompagnata per tutti gli anni a venire, interamente dedicati alla beneficenza e al volontariato, alla lotta contro la fame e la povertà, ricoprendo il ruolo di ambasciatrice speciale dell’Unicef dal 1988
10 commenti su “Audrey Hepburn: icona di stile e umanità”
Indimenticabile icona di eleganza e stile.Hanno segnato la mia gioventù!
Questo si che è vero stile. dovrebbe ritornare in vita e farci lezione di stile. mitica audrey
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è un incanto, innamorata di lei e di Givenchy, da sempre…come vorrei aver vissuto in quegli anni, non per il periodo storico ma proprio per la moda, c’era un fermento, tantissime proposte, tante idee, una classe perfetta….meraviglioso l’abito di cenerentola a Parigi, è sempre stato uno dei miei preferiti
giustissimo. Sono gli anni in cui è nato tutto, nell’arte, nella moda, nel design…oggi si copia tutto da lì.
un’eleganza senza tempo…che meraviglia!
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